(di Andreana d’Aquino)-
L’eco del Climate Change “si propaga nel campo dell’urbanistica” e gli architetti si interrogano su come ‘cambiare verso’ alle città e “ora raccogliere, sotto la spinta di questa terribile pandemia, l’allarme degli scienziati”. E’ l’architetto Davide Paterna, direttore di Open City Roma, a raccontare così, all’Adnkronos, il mood di “Change. Architecture Cities Life”, il festival che entra nel vivo da oggi a Roma. Dopo il prologo estivo, ‘Change’ si snoderà fino al 31 ottobre nella Capitale declinando, fra brainstorming e architour, gli spunti espressi nei talk estivi in cui ospiti di livello internazionale hanno fatto il punto sullo stato dell’arte di questioni ed emergenze planetarie: dalla lotta alla plastica alla nuova mobilità passando per il green building e i progetti di vita su Marte. Change. Architecture Cities Life, festival organizzato da Open City Roma come capofila, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia e Fondazione Maxxi, è il progetto vincitore del bando ‘Festival dell’Architettura’ promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. “Change è un progetto che richiama il Climate Change, nasce da lì e diventa una propagazione, una eco di questa sfida che riportiamo sul campo specifico dell’urbanistica e della progettazione delle città, quindi del ruolo dell’architettura” spiega Davide Paterna.
“E’ importante che l’allarme portato dagli scienziati per il climate change – proprio sotto la spinta della attuale pandemia – venga ora raccolto. La specie umana è stata abituata per secoli a dettare la linea di sviluppo, ad anticipare il futuro anche rispetto alle trasformazioni imposte dalla natura ma ci troviamo ora a rincorrere affannosamente le conseguenze delle nostre azioni, ad arginare la reazione della natura” osserva il direttore di Open City Roma, l’associazione culturale che, con Open House Roma, ha portato per prima in Italia il grande evento internazionale Open House che si svolge ogni anno in 43 città del mondo aprendo al pubblico i siti di maggior valore architettonico. Change parte con una serie di eventi in presenza e ancora in digitale tra talk, brainstorming, mostre, installazioni, passeggiate urbane, workshop che vedono come protagonisti esponenti del mondo del progetto di fama internazionali da Cino Zucchi a Francis Kéré, insieme a donne e uomini di mondi e discipline diversi, dalla scienza al data management – come Barbara Gallavotti o Francesca Bria – fino alla politica in senso stretto, tra cui Elly Schlein, nell’intento di stimolare il confronto di idee, conoscenze e progetti che individuino le migliori pratiche per un nuovo approccio alla sostenibilità e all’innovazione urbana, culturale e ambientale.
L’idea di questo festival, sottolinea Davide Paterna, “nasce infatti dall’urgenza di dare risposte alla più difficile delle domande: come trovare l’equilibrio tra le esigenze umane contemporanee e la capacità del pianeta di sostenerle nel tempo. Il pensiero -prosegue l’architetto- è scattato un anno fa, quando il virus Sars-Cov2 probabilmente già stava circolando e ‘conquistando’ silenziosamente la nostra specie. E proprio nel momento in cui i cambiamenti climatici stavano diventando un tema mondiale grazie all’azione della giovanissima attivista svedese Greta Thunberg. Greta era a New York fra il 20 ed il 23 settembre 2019 e con il suo discorso al Palazzo di Vetro dell’Onu, ha sfidava le elite politiche”. Dunque, Paterna argomenta che “fra cambiamenti climatici e pandemia, oggi viviamo un momento di grande incertezza, ma l’incertezza può essere usata come leva per un nuovo inizio, cogliendo elementi di novità – che sono sicuramente la capacità tecnologica che la scienza umana ha raggiunto in questa fase – e che può essere di aiuto anche per avvicinare le persone ad un modo di lavorare che sia più resiliente rispetto alle condizioni di contesto”.
Il festival ‘Change’ si declina in Talk (i progettisti e i pensatori dialogheranno su un domani in chiave sostenibile, innovativa, responsabile), Brainstorming (Panel digitali per stimolare idee e mettere in gioco competenze multidisciplinari per comprendere e innovare in modo sostenibile”, Green Up! (15 eventi di diversa natura fra mostre, installazioni, passeggiate urbane, workshop capillarmente diffusi nella città”, Screening (la sezione on-line dedicata alla proiezione di film e documentari su architettura, città e cambiamento sostenibile), Architour (un programma di visite guidate virtuali agli edifici più green di Roma) e Workshop (per sperimentare il cambiamento in tutti i modi e a tutte le scale possibili”. “Change – sottolinea Davide Paterna- non riguarda solo una cambio di passo per arginare le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici ma riguarda tutto ciò che andrà modificato. Se l’800 è stato il secolo dell’Illuminismo, questo inizio di nuovo Millennio deve aprire le porte ad un nuovo corso della nostra evoluzione come specie, mettendo così in equilibrio l’economia, la scienza, l’ambiente”.
Il primo appuntamento dal vivo è oggi, 24 settembre, con il primo dei Green Up!, serie di eventi di varia natura itineranti per Roma con la mostra Make Roma di archibloom al Teatro India e 72hours-short circuit di War all’ iGarage. Il primo ottobre si entra nel vivo dei talk, tutti ospitati dal Maxxi con “L’architettura fondamentale”, con l’architetto Cino Zucchi e la biologa, scrittrice e giornalista scientifica Barbara Gallavotti. Il 3 ottobre tocca a “Policies for a new pòlis” con Francesca Bria, presidente del Fondo Nazionale Innovazione e Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. E ancora. Il calendario di ‘Change’ continua il 9 ottobre con “L’architecture du monde”, con lo studio internazionale di architettura Lacaton&Vassal. Il 17 ottobre, “Con/Temporary public spaces”, un dialogo tra gli studi europei Assemble, Basurama, Bellastock, Orizzontale, pionieri dell’approccio sperimentale alla progettazione dello spazio pubblico. Il 24 ottobre, l’ultimo dei cinque talk, “L’atmosfera vivente”, con Philippe Rahm, titolare dell’omonimo studio di progettazione francese attivo in tutto il mondo, ed il filosofo Emanuele Coccia. “Il Maxxi è felice di sostenere e partecipare al festival Change, che insieme ad altre iniziative riempie quella che era una mancanza importante nel paesaggio culturale della Capitale, vale a dire un evento di architettura internazionale” afferma il senior curator della Fondazione Maxxi, Pippo Ciorra-
“Per noi e per i nostri partner -commenta Ciorra- è un’occasione preziosa da un lato per alimentare e rinsaldare le relazioni tra il mondo del progetto italiano e la scena internazionale, dall’altro per offrire una piattaforma per far dialogare l’architettura con molte e pressanti istanze che la società affronta in questi difficili tempi di crisi sanitaria, climatica, geopolitica e sociale”. Flavio Mangione, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, evidenzia che “oggi ci aspetta una duplice sfida: la nostra professione dovrà essere in grado di innovarsi per far fronte alle esigenze accelerate da questa fase storica, e dare forza al percorso di innovazione già intrapreso, teso a soddisfare le esigenze della contemporaneità tra rigenerazione, ambiente e semplificazione delle procedure. L’Oar è partner di Change con l’intento di sottolineare il valore aggiunto dell’architetto, nella costruzione delle città del domani, mettendo il progetto al centro del dibattito sul cambiamento”.
Ad accompagnare ‘Change’ nella sua avventura sono anche i partner del prestigioso evento: Roma Capitale – Assessorato all’Urbanistica; Cnr; Enea; Ispra; Scienza Insieme – Net; Roma Tre – Architettura; Sapienza -Facoltà di Architettura-Diap-Dsdra; Tor Vergata – Dipartimento Ingegneria Civile e Ingegneria informatica; Fs Sistemi Urbani; Gbc Italia; Plef; Architettura Senza Frontiere onlus; Cor arquitectos; Adnkronos.