L’importanza della telemedicina per la cura del diabete è in costante crescita e si prevede che lo sarà ancora di più in futuro.
L’Associazione Italiana Medici Diabetologici (AMD) ha sempre investito in studio e ricerca per le tecnologie innovative, al fine di utilizzarle nel trattamento e la diagnosi del diabete di tipo 1. Tra questi vi sono microinfusori, sistemi di monitoraggio continuo della glicemia, cartelle cliniche informatizzate.
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Telemedicina e diabete, la ricerca è accelerata in seguito alla pandemia
L’AMD ha proposto la telemedicina come soluzione per il futuro molto prima dell’arrivo dell’emergenza Covid-19. In collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’associazione aveva pianificato uno studio randomizzato-controllato su un grande campione di pazienti, per valutare l’utilità della telemedicina nella gestione del rischio cardiovascolare nelle persone con diabete di tipo 2 e durante la gravidanza in donne con diabete gestazionale. Tuttavia, la sperimentazione non è stata avviata a causa dell’emergenza sanitaria.
AMD e SID insieme per lo studio delle nuove tecnologie
Attualmente, AMD sta conducendo un nuovo studio per capire il ruolo della telemedicina nella pratica clinica quotidiana e nell’assistenza ai pazienti diabetici nell’era post-Covid. Durante l’emergenza sanitaria, AMD ha collaborato con la Società Italiana di Diabetologia (SID), la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e l’Istituto Superiore di Sanità per sviluppare un Piano di Diagnostica e Terapia Assistita per l’assistenza a distanza dei pazienti diabetici. La maggior parte dei centri di diabetologia in Italia ha adottato la telemedicina, e molte regioni la riconoscono come prestazione medica.
L’importanza della telemedicina per l’assistenza dei pazienti affetti da diabete durante il Covid-19
La telemedicina ha permesso di recuperare circa il 44% di tutte le prestazioni non effettuate durante i primi mesi dell’emergenza Covid-19. Ciò ha permesso di soddisfare i bisogni dei pazienti e fornire loro un’assistenza di qualità. Tuttavia, è necessario stabilire quali pazienti siano più indicati per questo approccio, come il paziente sarà seguito e valutato dal diabetologo digitale e quali siano le risorse necessarie per implementare una diabetologia digitale di qualità.
È importante capire come deve cambiare il linguaggio con cui ci si rivolge ai pazienti in questo nuovo contesto e se la telemedicina può essere utile anche per le donne con diabete gestazionale e le persone con diabete di tipo 2, caratterizzate da un elevato rischio cardiovascolare. La telemedicina potrebbe essere particolarmente utile per i pazienti con diabete di tipo 1, che sono in media più giovani e più digitalizzati. La sfida è capire se la telemedicina può fornire un’assistenza di qualità anche a questi pazienti.
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