Stando agli esperti, la trasformazione digitale sembra essersi attivata con maggior ritardo rispetto agli altri settori industriali. La pandemia ha certamente contribuito alla spinta verso la digitalizzazione. A che punto siamo oggi?
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Ostacoli alla trasformazione digitale
In generale, le aziende farmaceutiche sono state un po’ più restie a impegnarsi in un processo di trasformazione digitale. L’emergenza Covid ha costituito, in questo senso, una straordinaria opportunità per il settore pharma, cambiandone completamente la mentalità e la propensione all’innovazione.
Le imprese operanti hanno incluso nel proprio organico figure provenienti da mondi diversissimi, con lo scopo di integrare le loro conoscenze al servizio dell’industria farmaceutica. Le necessità principali, oggi, sono di ripensare completamente il sentiment e la filosofia aziendale. Infatti, il settore pharma sta a poco a poco uscendo dal proprio guscio per guardare alle realtà più rivoluzionarie, quali Amazoni, Apple, Google.
Gli investimenti orientati verso la comunicazione e la trasformazione digitale sono ancora insufficienti. Ciò è condizionato dal fatto che il settore farmaceutico deve muoversi all’interno di limiti etici e codici deontologici che ne vincolano la capacità di sviluppare strategie di rottura con il passato. Il risultato è un passo timido in avanti e un approccio quasi privo di rischi.
Barriere culturali e sfide future della trasformazione digitale
La tecnologia potrebbe contribuire in modo impattante sulle decisioni future delle aziende del settore, tuttavia a cambiare dovrebbe essere il mindset dei manager. Chiunque comprenda il ruolo chiave degli strumenti digitali e tecnologici a disposizione sarebbe in grado di individuarne i vantaggi. Ad esempio, con l’impiego dell’intelligenza artificiale si potrebbe migliore la risoluzione dei problemi sia sulla parte di awarness e coscienza che sulla parte di compliance e aderenza.
La digitalizzazione, poi, sarebbe un mezzo per mantenere e migliorare le connessioni umane e di maggior qualità. La parola chiave è senza dubbio empowerment. L’informazione e il modo di comunicare coi pazienti cambierà radicalmente con l’adozione dei nuovi strumenti (web e chatbot). La telemedicina svolgerà un ruolo preponderante, consentendo di effettuare visite a distanza, teleconsulto tra i medici e app mobile per la rilevazione dei parametri vitali. Ne nascerà un nuovo concetto, smart home sanitaria Anche le strutture ospedaliere ne trarrebbero beneficio, con la possibilità di mettere in connessione le strutture di cura.
Conclusioni
È importante sottolineare che la telemedicina deve avere al centro il paziente, visto che i contesti di solitudine sono già molto diffusi, specialmente gli anziani, la categoria più colpita da questa triste condizione. Il rischio è quello di “mecanicizzare” i rapporti umani. Resta comunque il fatto che l’utilizzo di tecnologie e la trasformazione digitale del settore farmaceutico rappresenta un floridissima risorsa per schiacciare l’acceleratore e andare incontro al futuro.